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  • Immagine del redattoreAlice Rondelli

I servi di Sauron

Toka - azienda che vende «ecosistemi su misura di capacità informatiche e prodotti software per agenzie governative, forze dell’ordine e di sicurezza» - ha collaborato direttamente con il Ministero della Difesa israeliano e con altre sue agenzie di intelligence e sicurezza sin dalla sua fondazione. Lo scopo è quello di sfruttare il settore hi-tech come mezzo per contrastare il Boycott, Divestment and Sanctions (BDS - movimento a guida palestinese per il boicottaggio contro Israele), anche nei Paesi in via di sviluppo, grazie ai finanziamenti della Banca Mondiale e dell’Inter-American Development Bank (IDB).


Traduzione di un articolo investigativo di Whitney Webb (scrittrice, ricercatrice e giornalista professionista) pubblicato sul sito web Unlimited Hangout il 24 luglio 2021.



Ph. Catedrala Adormirea Maicii Domnului, Cluj-Napoca, 2023 (Alice Rondelli)


«Nel luglio 2021 un’indagine sull’abuso globale di spyware sviluppato dai veterani dell’Unità 8200 dell’intelligence israeliana ha attirato l’attenzione di molti, poiché è emerso che il software – venduto sia a governi democratici che autoritari – era stato utilizzato per spiare illegalmente circa 50.000 persone. Tra coloro le cui comunicazioni e dispositivi venivano spiati dal software, noto come Pegasus, c’erano giornalisti, attivisti per i diritti umani, dirigenti aziendali, accademici e importanti leader politici. Tra i leader politici presi di mira, secondo i rapporti, c’erano i leader di Francia, Pakistan, Sud Africa, Egitto, Marocco e Iraq.»

Così spiega Whitney Webb, facendo riferimento a un articolo pubblicato su The Guardian il 18 luglio 2021: «(…) Pegasus è un malware che infetta iPhone e dispositivi Android per consentire agli operatori dello strumento di estrarre messaggi, foto ed e-mail, registrare chiamate e attivare segretamente i microfoni. (…) Forbidden Stories, un’organizzazione mediatica senza scopo di lucro con sede a Parigi, e Amnesty International hanno avuto accesso all’elenco trapelato, e condiviso l’accesso con i media partner (…). L’identità delle persone il cui numero è apparso nell’elenco includono centinaia di dirigenti aziendali, figure religiose, accademici, dipendenti di ONG, funzionari sindacali e funzionari governativi, inclusi ministri, presidenti e primi ministri».


Pegasus consente di sorvegliare da remoto gli smartphone ed è stato sviluppato dal NSO Group Technologies, un’azienda israeliana attiva nel settore informatico con sede a Herzliya, in Israele. Tuttavia, Webb sottolinea che altre società israeliane – con legami ancora più profondi con l’apparato di intelligence del Paese – hanno venduto software che non solo forniscono esattamente gli stessi servizi a governi e agenzie di intelligence, ma il cui obbiettivo è di andare oltre.

Fondata originariamente dall’ex primo ministro israeliano – e socio di Jeffrey Epstein – Ehud Barak, i prodotti di Cybereason vengono utilizzati da Paesi di tutto il mondo, compresi i quelli in via di sviluppo, con la partecipazione diretta di istituzioni finanziarie globali come la Banca Interamericana di Sviluppo (IDB) e la Banca Mondiale. Inoltre, il software viene reso disponibile solo ai governi che godono della fiducia del governo israeliano, che lavora a stretto contatto con l’azienda.


Una simulazione, organizzata e gestita dalla società israelo-americana Cybereason, si è conclusa con decine di americani morti, l’annullamento delle elezioni del 2020, l’imposizione della legge marziale e un’ondata di paura tra la popolazione americana. Molte delle tecnologie utilizzate per creare quello scenario caotico e orribile sono le stesse che i funzionari federali statunitensi e i media aziendali hanno promosso come nucleo dello stesso kit di strumenti che, secondo loro, verrà utilizzato per indebolire le prossime elezioni. Come scrive Webb nel gennaio 2020, in un articolo per MintPress: «Storicamente, l’obiettivo di tali narrazioni spaventose è stato lo scambio delle libertà civili con una maggiore sicurezza, o meglio, l’apparenza di una maggiore sicurezza. Tuttavia, quando si avverte il bisogno di sicurezza a causa di una paura basata sulla speculazione guidata dal governo e non sulle prove, l’obiettivo di quella narrazione non è proteggere il pubblico da una minaccia reale e tangibile, ma piuttosto consolidare il potere degli stessi gruppi responsabili della sua elaborazione – in questo caso, la comunità dell’intelligence e di altri attori chiave nello stato di sicurezza nazionale.»



Toka è stata lanciata nel 2018 con lo scopo esplicito di vendere un «ecosistema su misura di capacità informatiche e prodotti software per agenzie governative, forze dell’ordine e di sicurezza». Secondo un profilo della società pubblicato su Forbes poco dopo il suo lancio, Toka si è pubblicizzata come «uno sportello unico di hacking per i governi che richiedono capacità extra per combattere i terroristi e altre minacce alla sicurezza nazionale nel dominio digitale».

Toka nasce con l’intenzione di «fornire strumenti di spionaggio per qualsiasi dispositivo richiesto dai suoi clienti», inclusi non solo gli smartphone ma «un focus speciale sul cosiddetto Internet of Things (IoT)». Secondo l’azienda, ciò include dispositivi come Amazon Echo, prodotti connessi a Google Nest, nonché frigoriferi, termostati e allarmi connessi. I risultati scoperti da Toka forniti da questi prodotti, disse all’epoca la società, non sarebbero stati divulgati ai fornitori, quindi non si vede il senso dell’utilizzo dello spyware.

Oggi, la suite software di Toka afferma di offrire ai propri clienti delle forze dell’ordine, del governo e dell’intelligence la possibilità di ottenere una «intelligence mirata» e di condurre «indagini forensi» e «operazioni segrete». Inoltre, Toka offre ai governi il suo servizio di «Cyber ​​Designers», che fornisce «alle agenzie le strategie a spettro completo, i progetti personalizzati e le tecnologie necessarie per mantenere sicure e durevoli le infrastrutture critiche, il panorama digitale e le istituzioni governative ».

Dato che Pegasus di NSO prende di mira solo gli smartphone, la suite hacking di Toka – che, come Pegasus, è classificata come prodotto di «intercettazione legale» – è in grado di prendere di mira qualsiasi dispositivo connesso a Internet, inclusi gli smartphone. Inoltre, la sua clientela target è la stessa di Pegasus e offre ai governi una facile opportunità di accedere a capacità di sorveglianza ancora maggiori, ma senza rischiare la notorietà nei media, dal momento che Toka ha a lungo evitato le luci della ribalta.


Pegasus viene, inoltre, utilizzato per prendere di mira dissidenti, politici e giornalisti, e consente a molti degli stessi gruppi che sono clienti di Toka – come le agenzie di intelligence – di utilizzare questi strumenti a scopo ricattatorio. L’uso del ricatto da parte delle agenzie di sicurezza israeliane contro i civili palestinesi per tentare di indebolirne la società e per la persecuzione politica è, infatti, ben documentato. Toka è stata descritta dagli analisti di mercato come un’azienda «offensiva in termini di sicurezza», sebbene la leadership dell’azienda respinga questa caratterizzazione. Il co-fondatore dell’azienda e attuale amministratore delegato Yaron Rosen ha affermato che, anziché essere puramente offensive, le operazioni dell’azienda sono «qualcosa nel mezzo», che egli classifica come un ponte tra la difesa informatica e le attività informatiche offensive, ad esempio l’hacking. Le attività della società sono preoccupanti alla luce del fatto che Toka ha collaborato direttamente con il Ministero della Difesa israeliano e con altre sue agenzie di intelligence e sicurezza sin dalla sua fondazione; secondo un sito web del Ministero della Difesa israeliano, infatti, la società lavora a stretto contatto con queste agenzie governative. Questa collaborazione, secondo Toka, ha lo scopo di migliorare i loro prodotti. I collegamenti diretti di Toka con le Forze di difesa israeliane (IDF) sono in contrasto con il NSO, una società che ufficialmente non ha legami con lo stato di sicurezza israeliano, come invece avviene per Toka. Rosen ha, inoltre, dichiarato che la Russia, la Cina e “altri Paesi nemici” non sarebbero mai stati clienti dell’azienda. In altre parole, solo i Paesi allineati con gli obiettivi politici israeliani, in particolare nella Palestina occupata, possono essere clienti e accedere alla sua miniera di potenti strumenti di hacking. Ciò è coerente con gli sforzi del governo israeliano volti a sfruttare il settore hi-tech come mezzo per contrastare il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni a livello globale attraverso il Boycott, Divestment and Sanctions (BDS - movimento a guida palestinese per il boicottaggio contro Israele).

Un’ulteriore prova che Toka fa parte di questo sforzo del governo israeliano di fornire ai governi stranieri prodotti tecnologici profondamente legati ai servizi militari e di intelligence israeliani è il fatto che uno dei principali investitori di Toka è Dell Technologies Capital, che è un’estensione della ben nota azienda tecnologica Dell. Dell è stata fondata da Michael Dell, noto partigiano filo-israeliano che ha donato milioni di dollari agli amici delle Forze di difesa israeliane (IDF), ed è uno dei principali sostenitori delle cosiddette leggi “anti-BDS”, che impediscono ai dipendenti pubblici o di istituzioni pubbliche in diversi Stati americani di sostenere il boicottaggio non violento di Israele.

Il fatto che un importante produttore di beni elettronici di consumo stia investendo pesantemente in un’azienda che commercializza l’hacking di quella stessa tecnologia, dovrebbe essere un segnale di allarme. L’iniziale utilizzo ammesso da parte del governo del settore hi-tech per contrastare il movimento BDS ha coinciso con il lancio di una nuova politica dell’esercito e dell’intelligence israeliana nel 2012, in base alla quale «progetti legati all’informatica e all’intelligence precedentemente portati avanti internamente nel settore dell’esercito israeliano e i dei principali rami dell’intelligence israeliana, vengono trasferiti a società che, in alcuni casi, sono state costruite proprio per questo scopo». I veterani dell’intelligence israeliana continuano il loro lavoro per lo stato, ma beneficiano di uno stipendio del settore privato. Il risultato finale è che un numero sconosciuto – e probabilmente molto elevato – di aziende tecnologiche israeliane sono guidate da veterani dell’esercito e delle agenzie di intelligence e servono, a tutti gli effetti, come società di copertura. Un esame più attento di Toka suggerisce che essa sia proprio una di queste società di copertura.


Oltre ad aver servito come primo ministro di Israele, il co-fondatore di Toka Ehud Barak ha precedentemente ricoperto il ruolo di capo della direzione dell’intelligence militare israeliana, Aman, così come diversi altri incarichi di rilievo nell’IDF, prima di guidare l’esercito israeliano come Ministro della Difesa. Mentre era, appunto, ministro della difesa, nel 2009 ha guidato l’operazione Piombo Fuso contro la Striscia di Gaza sotto assedio, che ha provocato la morte di oltre 1.000 palestinesi e ha visto Israele utilizzare illegalmente armi chimiche contro i civili. Toka è la prima start-up creata da Barak, tuttavia, egli aveva precedentemente presieduto e investito in Carbyne911, una controversa start-up israeliana di servizi di emergenza che si è espansa in tutto il mondo e si è particolarmente radicata negli Stati Uniti. Il successo di Carbyne è avvenuto nonostante lo scandalo Jeffrey Epstein, dato che il pedofilo e trafficante sessuale legato all’intelligence aveva investito pesantemente nella società per volere di Barak. Lo stretto rapporto di Barak con Epstein – comprese le visite notturne all’ormai famosa isola di Epstein e ai complessi di appartamenti che ospitavano donne vittime di tratta e ragazze minorenni – è stato ampiamente documentato. Barak si è allontanato da Toka nell’aprile del 2020 (probabilmente a causa della controversia sui suoi legami con Epstein) e, in seguito alla morte dello stesso, si è ritirato anche dalla presidenza di Carbyne. Prove considerevoli hanno indicato che Epstein era una risorsa dell’intelligence militare israeliana e che accumulava ricatti su molti individui potenti a beneficio dello stato di sicurezza nazionale di Israele e di altre agenzie di intelligence, nonché per guadagno personale (cosa di cui ho parlato nel pezzo: “Le scioccanti origini del caso Jeffrey Epstein”). Un altro dirigente di rilievo della Toka è Nir Peleg, vicepresidente dell’azienda per i progetti strategici. Peleg è l’ex capo della Divisione Ricerca e Sviluppo presso la Direzione nazionale informatica israeliana, dove ha guidato progetti nazionali di sicurezza informatica, nonché iniziative governative e collaborazioni con partner internazionali e aziende israeliane innovative nel campo. Prima di ciò, Peleg afferma di aver prestato servizio per più di 20 anni in posizioni di comando presso la elite technology unit, dell’IDF, senza specificare di quale unità si trattasse esattamente. Il suo profilo LinkedIn lo elenca come capo dell’intero dipartimento tecnologico dell’IDF dal 2008 al 2011. Mentre era all’Israel’s National Cyber Directorate, Peleg ha lavorato a stretto contatto con Tal Goldstein, ora capo della strategia per il Partenariato globale del World Economic Forum contro il crimine informatico, il cosiddetto WEF-PAC (del quale ho parlato nel pezzo: “C’era una volta l’anonimato”), i cui membri includono agenzie governative di Stati Uniti, Israele e Regno Unito, insieme ad alcune delle aziende più potenti del mondo nel campo della tecnologia e della finanza. L’obiettivo di questo sforzo è creare un’entità globale in grado di controllare il flusso di informazioni, dati e denaro su Internet. In particolare, il CEO di Toka, Yaron Rosen, ha recentemente chiesto che venga istituita questa organizzazione quando ha affermato che la comunità internazionale aveva bisogno di creare urgentemente l’equivalente “cyber” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) per combattere la cosiddetta cyberpandemy.

Il Chief Technology Officer di Toka è Moty Zaltsman, l’unico amministratore delegato dell’azienda a non essere citato sul sito web della stessa. Secondo il suo LinkedIn, Zaltsman era il Chief Technology Officer del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. L’ultimo dirigente Toka degno di nota è Michael Volfman, vicepresidente della ricerca e sviluppo dell’azienda. Volfman era in precedenza un leader della ricerca e sviluppo informatico presso una «leading technology unit» non specificata dell’IDF.

Sono da segnalare anche i principali investitori di Toka, in particolare Entrèe Capital, gestita da Aviad Eyal e da Ran Achituv. Achituv è stato il fondatore dell’unità di intelligence dei segnali satellitari dell’IDF e anche ex vicepresidente senior di Amdocs e di Comverse Infosys. Sia Amdocs che Comverse hanno suscitato scandalo tra la fine degli anni ͑90 e l’inizio degli anni 2000 per il loro ruolo in una massiccia operazione di spionaggio sostenuta dal governo israeliano, che aveva preso di mira le agenzie federali statunitensi di quel tempo.

Un altro dei principali investitori di Toka è Andreessen Horowitz. La società di venture capital co-fondata dal titano della Silicon Valley Marc Andreessen è attualmente assistita dall’ex segretario del Tesoro Larry Summers, amico intimo di Jeffery Epstein. I primi investitori in Toka – che non sono più elencati sul sito web dell’azienda – includono: Launch Capital, che è profondamente legata alla famiglia Pritzker, una delle più ricche degli Stati Uniti, con stretti legami con i Clinton e gli Obama (della quale ho parlato nel pezzo intitolato: “Identità sintetiche”), così come è legata alle lobby pro-israeliane statunitensi; e a Ray Rothrock, un venture capitalist che ha trascorso quasi tre decenni presso VenRock, uno dei fondi della famiglia Rockefeller .


Alla luce della suddetta politica del governo israeliano di utilizzare società tecnologiche private come copertura, la combinazione dei legami diretti di Toka con il governo israeliano, la natura dei suoi prodotti e servizi e i numerosi e significativi collegamenti dei suoi leader e investitori con l’intelligence militare israeliana, nonché i passati scandali di spionaggio israeliano suggeriscono fortemente che Toka sia uno di questi fronti. Se così fosse, c’è motivo di credere che, quando i clienti Toka hackerano e ottengono l’accesso a un dispositivo, anche elementi dello stato israeliano potrebbero accedervi. Questa preoccupazione nasce dal fatto che l’intelligence israeliana si è già impegnata in questo tipo di comportamento nell’ambito dello scandalo del software PROMIS, quando nel 1981 la spia israeliana Robert Maxwell vendette il software buggato al governo degli Stati Uniti, rivelando dati altamente sensibili come quelli sulle armi nucleari. Quando quel software fu installato sui computer del governo statunitense, l’intelligence israeliana ottenne l’accesso a quegli stessi sistemi e dispositivi.

Il governo degli Stati Uniti non era l’unico obiettivo di questa operazione, poiché PROMIS, infarcito di microspie, era stato inserito nelle reti di diverse agenzie di intelligence in tutto il mondo, nonché di potenti aziende e di diverse grandi banche. L’intelligence israeliana ha avuto accesso a tutti i loro sistemi finché la natura compromessa del software non è stata resa pubblica. Tuttavia, il governo israeliano non è stato ritenuto responsabile dal governo degli Stati Uniti, né dalla comunità internazionale per il suo programma di spionaggio di vasta portata, un programma direttamente finanziato da società di copertura focalizzate sulla tecnologia.

Le somiglianze tra i prodotti commercializzati e i clienti presi di mira da Maxwell durante lo scandalo PROMIS, e attualmente da Toka, sono considerevoli.


Mentre i legami tra Toka e lo stato di sicurezza nazionale di Israele sono chiari come il giorno, ciò che è significativo e inquietante riguardo a questa società è anche il modo in cui il suo ingresso sia nei Paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati viene facilitato dalle istituzioni finanziarie globali, in particolare dalla Banca Mondiale e dell’Inter-American Development Bank (IDB). Questi sono gli unici accordi con i governi che Toka pubblicizza sul suo sito web, poiché gli altri non vengono resi pubblici. Diversi progetti finanziati dall’una o dall’altra di queste due istituzioni hanno visto Toka diventare il cyber designer delle strategie nazionali di sicurezza informatica per la Nigeria e il Cile dal 2020. Significativamente, le popolazioni di entrambi i paesi mostrano un forte sostegno alla Palestina e al movimento BDS. Inoltre, del settembre 2020 Toka ha ottenuto un contratto finanziato dalla Banca Mondiale con il governo della Moldavia, alleato di Israele. La Banca Mondiale ha selezionato Toka nel febbraio dello stesso anno per «migliorare lo sviluppo informatico della Nigeria», che comprende lo sviluppo di «quadri nazionali, capacità tecniche e miglioramento delle competenze». Attraverso il contratto con la Banca Mondiale, Toka è ora strettamente coinvolta sia nel settore pubblico che in quello privato della Nigeria, in relazione al cyberecosistema del Paese.


La decisione della Banca Mondiale di scegliere Toka è probabilmente il risultato di una partnership stretta nel 2019 dallo Stato di Israele con l’istituzione finanziaria globale «per rafforzare la sicurezza informatica nei Paesi in via di sviluppo», con particolare attenzione all’Africa e all’Asia.

«Progettare e costruire una strategia informatica nazionale solida e sostenibile e la resilienza informatica è un fattore fondamentale per raggiungere gli obiettivi della politica nazionale di sicurezza informatica e del quadro strategico della Nigeria», ha affermato Yaron Rosen, CEO di Toka, in un comunicato stampa relativo al contratto.

Dato l’uso della sua tecnologia da parte di Toka solo per governi fidati, è da notare che la Nigeria è stata un forte alleato della Palestina per gran parte degli ultimi dieci anni, fatta eccezione per un’astensione in un voto cruciale delle Nazioni Unite nel 2014. Oltre al governo, numerosi gruppi studenteschi, organizzazioni per i diritti umani e organizzazioni islamiche nel Paese sono esplicitamente a sostegno alla Palestina. Con gli sforzi di Toka di offrire i suoi prodotti solo a Paesi che si allineano con Paesi “amici”, il loro ormai intimo coinvolgimento con lo sviluppo informatico della Nigeria potrebbe presto avere conseguenze per un governo che tende a sostenere la causa palestinese. Ciò è ancora più probabile viste le dichiarazioni rilasciate dal CEO di Toka Rosen in un evento dell’aprile 2021 ospitato dal Ministero dell’Economia israeliano, dove ha sottolineato il ruolo del cyber nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in termini di difesa nazionale e strategia economica.

Tre mesi dopo la conclusione dell’accordo con la Nigeria attraverso la Banca Mondiale, essa ha scelto Toka per consigliare anche il governo del Cile sui «prossimi passi per la preparazione nazionale del Paese alla sicurezza informatica e allo sviluppo di capacità operativa». Nell’ambito del progetto «Toka valuterà le attuali lacune e sfide della sicurezza informatica in Cile e sosterrà l’implementazione del progetto della Inter-American Development Bank (IDB) raccomandando miglioramenti specifici della preparazione alla sicurezza informatica», si legge in un comunicato stampa. Toka afferma che aiuterà a «stabilire il Cile come leader della sicurezza informatica in Sud America». Riguardo all’accordo, Rosen ha dichiarato di essere grato che la IDB abbia fornito a Toka l’opportunità di lavorare con il governo del Cile.


Israele ha firmato importanti accordi di cooperazione con l’IDB nel 2015, prima di approfondire ulteriormente tali legami nel 2019, collaborando con essa per investire 250 milioni di dollari delle istituzioni israeliane in America Latina.

Come la Nigeria, il Cile ha un forte legame con la Palestina ed è spesso un bersaglio degli sforzi di influenza del governo israeliano. Esso, infatti, ospita la più grande comunità di esiliati palestinesi al mondo al di fuori del Medio Oriente e, di conseguenza, ha uno dei movimenti di boicottaggio pacifico contro Israele più forte nelle Americhe. I cileni palestinesi hanno una forte influenza sulla politica cilena, e nel giugno del 2021 il congresso ha redatto un disegno di legge per boicottare beni, servizi e prodotti provenienti dagli insediamenti illegali israeliani.


Il quotidiano israeliano Haaretz ha scritto che le partnership di Israele con le banche di sviluppo – in particolare quelle stipulate nel 2019 che hanno portato a questi contratti con Toka – sono state pianificate da un comitato interministeriale istituito da Benjamin Netanyahu «per rafforzare l’economia israeliana, migliorare la posizione politica di Israele e rafforzare il suo ruolo internazionale». Una fonte, citata da Haaretz come vicina a questa impresa, ha affermato che «le banche per lo sviluppo sono un modo per aiutare a far avanzare gli interessi e l’agenda di Israele nel mondo in via di sviluppo, compresa l’America Latina. Ma non è filantropia». Date queste dichiarazioni e il modus operandi di Toka, sembra molto probabile che il motivo per cui sia la Nigeria che il Cile sono stati scelti come primo contratto con le banche di sviluppo di Toka fosse finalizzato a far avanzare l’agenda del governo israeliano in quei paesi specifici, per contrastare e mitigare il forte sostegno alla Palestina tra gli abitanti di quegli stati.


Considerata la lunga storia dell’uso di aziende tecnologiche per la sorveglianza e lo spionaggio internazionale da parte dell’intelligence israeliana, nonché la sua esplicita politica di utilizzare aziende tecnologiche come copertura per combattere il BDS, e garantire il “dominio informatico” di Israele, l’indagine dei media sullo spyware israeliano non può fermarsi a NSO Group Technologies. Tuttavia, è ovvio che un approfondimento rischierebbe di mettere in discussione lo stato israeliano, che è qualcosa che i principali media tendono ad evitare. Ciò è dovuto a un mix di fattori, e il fatto che il Pegasus della NSO sia stato utilizzato così ampiamente per spiare i giornalisti non aiuta la questione.

È necessario affrontare il problema, soprattutto perché gli spyware israeliani sono stati esplicitamente utilizzato come arma per impedire il boicottaggio non violento dell’occupazione israeliana della Palestina, compresi quelli basati esclusivamente su motivi umanitari, o per rispetto delle leggi internazionali che Israele regolarmente infrange. Non si dovrebbe permettere a un governo di impegnarsi in questa attività su scala globale di soffocamento delle critiche alle politiche palesemente illegali e ai crimini di guerra di Israele.


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