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  • Immagine del redattoreAlice Rondelli

Spotify, addio!

Dal 15 marzo 2024 entreranno in vigore le modifiche dei "termini di utilizzo" della piattaforma, relativi ai diritti di proprietà intellettuale. Uno sguardo al loro contenuto ed un inevitabile addio.


ph. "A brief statement", 2024 (Alice Rondelli)

 

Oggi ho ricevuto una email da Spotify riguardo l’aggiornamento dei termini di utilizzo della piattaforma, che entreranno in vigore dal 15 marzo 2024.

Al punto 4: “Contenuti e diritti di proprietà intellettuale”, alla voce “Licenze concesse dall’utente” si spiega che: «L’utente conserva la proprietà del Contenuto utente una volta pubblicato nell’ambito del servizio. Tuttavia, esso concede a Spotify una licenza non esclusiva, trasferibile, cedibile a terzi, esente da royalty, interamente pagata, irrevocabile e internazionale per riprodurre, rendere disponibile, eseguire e visualizzare, tradurre, modificare, creare opere derivate da, distribuire e utilizzare in altro modo tale Contenuto utente con qualsiasi mezzo, sia esso solo o in combinazione con altri contenuti o materiali, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, metodo o tecnologia, sia ora noto o creato in seguito. In relazione al Servizio Spotify».

Questo significa che ogni singola parola del mio podcast potrà essere usata a piacimento da Spotify in qualunque maniera, illimitatamente e senza pagare nulla all’autore: ovvero, io.

Per questo motivo ho deciso di abbandonare la piattaforma. Potete trovare tutte le puntate del mio podcast su YouTube.


Se avete amici che condividono il proprio lavoro su Spotify, vi chiedo la gentilezza di condividere le mie parole con loro.


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